Il messaggio di un amico psichiatra tedesco mi ha ricordato, l’altro giorno, che sono passati vent’anni esatti dai tempi di Malta. In questo stesso periodo dell’anno 2000 ero finito nell’isola nel cuore del Mediterraneo per una borsa di studio del Ministero degli Esteri italiano. Era ancora aperta la mia finestra sul mondo degli archivi e laggiù svolgevo una comparazione tra il sistema maltese, di stampo anglosassone, e quello italiano.
Ma è stata anche l’occasione per la mia prima volta in veste di docente all’università. Nella foto che vedete qui mi stavo preparando: avrei parlato della narrativa triestina al corso di Letteratura Italiana tenuto dal professor Joseph Eynaud.
Sono stati i giorni in cui, all’ombra delle fronde di un parco lussureggiante, ho scritto il mio primo e finora unico racconto in lingua inglese, “San Anton Garden”. Questo però non ve lo faccio leggere neanche sotto tortura.
Era uscito il mio primo libro, un piccolo libro a cui naturalmente sono legato dall’affetto, “Un racconto di frammenti”. Lo presentai all’Istituto Italiano di Cultura di La Valletta. Nei mesi maltesi avevo conosciuto moltissime persone (soggiornavo in una residenza universitaria che sembrava il set di Melrose Place con la piscina nel centro del cortile) e quindi, alla presentazione, la sala del bel palazzo del Seicento era piena, colorata di studenti di tutte le nazionalità. Molti dei quali non capivano l’italiano ma erano venuti lì per me! La direttrice dell’Istituto, una donna molto formale e severa, alla fine dell’incontro venne da me a complimentarsi: “Sa Premuda, ero riluttante quando ho accettato la richiesta del professor Eynaud di presentare qui il primo libro di un giovane autore sconosciuto. Sinceramente credevo che non sarebbe venuto nessuno. E invece le confesso che è stato l’appuntamento più affollato dell’anno: lo scorso mese è venuto a trovarci Umberto Eco e c’erano molte persone in meno…”
Quante cose, quanto tempo, quanta spensieratezza! Mi manca viaggiare, mi mancano le imprese culturali, gli incontri internazionali, le paure e i batticuori di affrontare il pubblico e i lettori.
