Nel 2014, insieme a un nutrito e variegato gruppo di collaboratori, ho preso parte al complesso progetto intitolato “NauTramBus”, ideato da Denny Kàartik Fiorino. Dopo un periodo di laboratori di teatro e di scrittura, di riprese video e di studio, abbiamo offerto al pubblico triestino una performance multimediale a bordo di un singolare autobus d’epoca parcheggiato davanti alla Stazione Rogers, sul lungomare.
Ho dei bei ricordi: all’ultimo giorno di repliche ho festeggiato il mio compleanno con tutta la banda.
L’idea di tutto il progetto era nata da un libro originale, magnifico e profondo, “Trieste o del nessun luogo”, scritto da Jan Morris. L’autrice, informata da noi, ci mandò un simpatico augurio via email. Oggi Jan Morris è morta e la omaggio proponendo il testo del travelogue che scrissi per l’occasione e che mi fa piacere riproporre sul mio blog.
Corrado Premuda
IN VIAGGIO PER TRIESTE A BORDO DEL NAUTRAMBUS
Travelogue, 2014
“Dear Denny Fiorino! Your extraordinary NauTramBus project sounds fascinating. I do hope it is a great success, and would love to experience it for myself some time. The best of luck in March, and warmest wishes from Wales and from Jan (Morris…).”
Non sanno stare fermi i triestini, sono viaggiatori, hanno la valigia sempre in mano, in qualsiasi parte del mondo tu vada li incontri. Girano, visitano, lavorano all’estero, ma poi amano sempre parlare di una cosa in particolare: di Trieste. Ogni triestino ambisce ad essere la migliore guida della sua città e suppone di sapere sempre qualcosa in più di chiunque altro.
È una tentazione che in tanti subiscono quella di raccontare di Trieste, di descriverla, confondendosi con il suo fascino. Nell’immaginario letterario e cinematografico Trieste ormai è molto presente: fa le sue apparizioni in romanzi, racconti, film, spot, documentari, rivisitazioni di numerosi autori di oggi come di ieri. La città è generosa, si presta volentieri, offre la sua aura irresistibile da capitale di se stessa, visione orgogliosa che sopravvive agli eventi e alla Storia con le sue tradizioni, i suoi veri e falsi miti e il suo vissuto unici al mondo.
Poi, molto spesso, Trieste prende il sopravvento, ruba la scena, diventa ingombrante presenza: una città-personaggio, troppo insolita per fungere da anonimo fondale, impossibile farla rimanere in disparte. Se sul versante politico-economico sembra aver quasi perso una sua destinazione d’uso, Trieste guadagna invece una fortissima connotazione astratta, letteraria, di “città di carta”, emblematica meta di viaggiatori che vengono a ricercare le sue storie, i suoi scrittori, gli scorci da metropoli in miniatura incastonata tra elementi di una natura quasi selvaggia: la pietra carsica, il mare, l’inevitabile bora.
NauTramBus, biglietto di presentazione del più articolato e ambizioso progetto di Denny Fiorino – in arte Kàartik – basato sulla sua tesi di laurea Trieste and the meaning of nowhere: itinerario utopico-drammaturgico sul filo del nessun luogo di Jan Morris, si ispira al celebre libro della scrittrice gallese: un testo che parla della città giuliana ma non solo, parla dell’animo umano e del Novecento, delle diverse accezioni del termine identità e della cultura europea.
Jan Morris: una voce straniera che narra Trieste.
Forse la miglior guida è quella che arriva da fuori città, abbiamo immaginato affrontando la prima tappa di questo nuovo progetto artistico e turistico che inizia con la performance multimediale NauTramBus.
NauTramBus è un’aeronave fantastica, un’allegoria di tutti i processi di transizione, un mezzo di immaginario trasporto per viaggi di terra, di mare e di cielo. Tre scene (delle originarie undici pensate da Kàartik), frutto di laboratori multimediali, sviluppano – attraverso il linguaggio del corpo, la scrittura e il video – tre storie tra miti passati e futuri, tre suggestioni dai risvolti anacronistici, tre episodi simbolici per scoprire Trieste.
Si comincia con The Myth of Myia, scena d’ispirazione mitologica che rievoca la figura di Myia, filosofa greca forse figlia di Pitagora, che alcuni racconti vogliono essere giunta nell’Adriatico del nord all’epoca degli argonauti. Questa è la scena dell’acqua, dei viaggi per mare, dei misteri nascosti alle foci del Timavo dove, ripetutamente in diverse epoche, si sono concentrati culti pagani e cristiani a stretto contatto con una natura sorprendente. Nei corpi e nei movimenti dei performer si incarnano rivelazioni tra mito e scienza che sembrano suggerire come il principio classico della bellezza sia matematico.
Il secondo episodio, Tram-Express, rivisita la Trieste a cavallo tra Ottocento e Novecento, il grande porto dell’Impero asburgico, l’emporio vivace al centro dell’Europa dove si incontrano lingue, culture, etnie diverse. È la scena dei viaggi via terra: la città piena di rotaie vanta una fermata del glorioso Orient-Express che attraversa il continente e nel 1902 si dota di una linea tranviaria panoramica, il tram di Opicina. Come in un film muto, personaggi di ogni genere e provenienza diventano compagni di viaggio e colorano la città con le loro piccole e grandi avventure: scintille tra popolo e borghesia, passaggi di spie, artisti, esseri bizzarri.
La terza e ultima scena di NauTramBus è anche quella che conclude il più complesso progetto integrale. NTB Revelation è contemporaneamente un omaggio a Trieste città della scienza, oggi sede di numerosi istituti di studio e di ricerca di rilevanza internazionale, e un’immersione nella sua dimensione fantascientifica e futuristica. Una scena da effetti speciali, da scoperte rivoluzionarie, da situazioni dove tutto è possibile: anche progettare un’aeronave spaziale capace di viaggiare nell’aria, di attraversare l’atmosfera, di raggiungere regni utopistici governati dall’antimateria.
Nei video, tra i diversi personaggi proposti, emergono Trieste, impersonata dalla danzatrice Francesca Debelli, e Myia, a cui dà corpo la performer Nina Alexopoulou, due presenze simboliche che attraverso l’arte del teatro-danza incarnano due aspetti importanti della città giuliana, l’accoglienza e il mistero. Nella performance dal vivo a bordo del NauTramBus, si distinguono poi altre tre figure: l’Angelo nero, emblematico e silenzioso ma infine prezioso nel donare le risposte attese (l’attore Mefehnja Tatcheu), un’enigmatica Guida turistica, convinta del suo ruolo didattico e allo stesso tempo meravigliosamente ambigua (l’attore Francesco Facca), e il Triestino, incarnazione vivente di un carattere molto diffuso a Trieste, la persona che pretende di sapere sulla sua città più di quanto sappiano libri ed esperti (l’attore Alviano Fabris).
Sotto l’impulso delle parole e delle immagini del libro Trieste o del nessun luogo di Jan Morris (Il Saggiatore), la descrizione di Trieste creata per i visitatori di NauTramBus appare filtrata dagli occhi di uno straniero, sguardo forse più obiettivo e distaccato ma anche più disposto a lasciarsi incantare e a credere alle suggestioni che non riesce a spiegare. “Trieste è un luogo in sommo grado soggettivo”, scrive Jan Morris. “I suoi visitatori spesso la lasciano disorientati e, tornati a casa, la ricordano con un vago senso di mistero, come qualcosa di inafferrabile. Quelli che la conoscono meglio spesso paiono vederla sotto le sembianze di una metafora, non solo come una città, bensì come idea di città.”

L’ha ripubblicato su Downtobaker.
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