Nessuno tocchi San Nicolò!

A Trieste l’arrivo di San Nicolò nella notte tra il 5 e il 6 dicembre è una tradizione molto sentita. E’ una festa del mondo germanico e di altri paesi europei e a Trieste è sopravvissuta dal periodo asburgico. In questa data ogni bambino in città si sveglia ansioso di scoprire se il santo gli avrà portato un regalo. La cosa che trovavo fantastica quando ero piccolo era il fatto che, scartato il dono, si poteva portare il giocattolo a scuola per mostrarlo ai compagni perché il 6 dicembre non è un giorno festivo: a Natale, invece, questa condivisione non c’è.

Quest’anno l’amatissima fiera di San Nicolò che si snoda per il lungo viale XX Settembre è stata cancellata e allora ci penso io al regalo: eccovi il racconto “San Nicolò in vacanza” che ho scritto per un libretto uscito quattro anni fa nella collana “Minudaie” creata insieme ad Anna Negrelli che ha realizzato i disegni. Auguri a tutti!

SAN NICOLO’ IN VACANZA

di Corrado Premuda

San Nicolò de Bari

la festa dei scolari

i scolari no fa festa

ghe taiaremo la testa!

Il 6 dicembre è una giornata speciale per i bambini di Trieste. Questa data è un segnale che preannuncia le imminenti feste natalizie di fine anno, tanto attese e sognate. È la mattina in cui ogni bambino, al risveglio, trova un regalo ad attenderlo in salotto o nella cameretta.

Il 6 dicembre, infatti, ritorna in città, ogni anno, un simpatico anziano signore dalla barba bianca e dalle calde vesti rosse. Trascina con sé, immancabilmente, un enorme sacco pieno di doni e si aiuta reggendosi a un elegante e insolito bastone che sembra quello di un pastore di altri tempi ma che riluccica di foglie dorate.

Questo amatissimo personaggio è San Nicolò.

Cinzia ha solo otto anni ma si ricorda benissimo cosa le indica il calendario appeso a fianco al suo letto: oggi è il giorno in cui tutta la città aspetta la visita di San Nicolò.

Mentre si rigira tra le coperte, ancora intorpidita dal sonno, pensa ai profumi e alle luci che da una settimana ravvivano il viale XX Settembre dove una lunga fiera di palloncini, pupazzi, dolciumi e sciarpe colorate festeggia il santo creando una grande aspettativa sul possibile regalo che ciascuno sogna.

«Sarà il cagnolino di peluche?», si chiede la bambina. «O le tazzine con la caffettiera? Magari invece è la bambola a cui si tagliano i capelli…»

Poi non sta più in sé dalla curiosità e corre fuori dal letto in cerca della sorpresa.

Nella sua camera non c’è niente. «L’avrà lasciato in salotto!», si dice Cinzia mentre a piedi nudi saltella per la casa.

Anche in salotto non c’è traccia di pacchi o pacchetti. «Allora in cucina!», esclama trionfante la bambina: si ricorda di un racconto che le hanno fatto sulla gran fame che attanaglia sempre San Nicolò, impegnato tutta la notte a visitare una casa dopo l’altra. Sicuramente il vecchietto sarà andato a rifocillarsi nel frigorifero e il suo dono sarà rimasto là.

Ma neanche in cucina c’è niente. Strano davvero! «Com’è possibile?», si chiede la piccola.

Le viene il dubbio che forse San Nicolò si sia dimenticato, quest’anno, del suo regalo. Allora, per verificare, bussa all’appartamento di fronte ma anche Tommaso, il bambino che abita di fronte a lei, le conferma di non aver ricevuto nulla.

Cinzia è pensierosa, preoccupata. San Nicolò non ha mai saltato quella ricorrenza… È una giornata che va festeggiata, a tutti i costi: se gli scolari se ne dimenticano, il rischio è davvero spaventoso. La filastrocca dice che potrebbero perdere irrimediabilmente la testa!

Ma come trovare San Nicolò? Il vecchietto potrebbe essere in qualsiasi posto… La bambina non si perde d’animo: accende il suo tablet e fa una ricerca su Internet. Scopre così che il santo vestito di rosso è stato avvistato quella mattina a Bari, una città molto lontana da Trieste.

Chissà perché San Nicolò se n’è andato a Bari quando avrebbe dovuto recarsi a Trieste… Anche se il nome di quella città le dice qualcosa…

«Sarà l’occasione per andare in un posto in cui non sono mai stata», è il commento di Cinzia mentre prepara la valigia e saluta il suo amico Tommaso: è determinata a riportare il buon vecchietto dai bambini triestini.

All’aeroporto la piccola prende un volo low cost e poche ore dopo è già nella città pugliese.

Consulta ancora il suo tablet e vede una foto in cui San Nicolò passeggia per i vicoli di Bari Vecchia. «Spero di arrivare in tempo!», grida dirigendosi veloce in centro.

In una piazza lastricata di pietra bianca, seduto sui gradini di una chiesa, Cinzia trova il vecchio santo che parlotta tra sé con aria persa. In una circostanza normale lei non avrebbe il coraggio di rivolgergli la parola ma quel giorno ne ha già fatte di cose impensabili per una bambina di otto anni. La situazione è grave e richiede il suo intervento.

«Ciao San Nicolò», esordisce Cinzia, «perché stamattina non sei venuto a portarci i regali? Cosa ci fai qui?»

Il vecchio la osserva con uno sguardo interrogativo: «Ma questa è la mia chiesa, che domande… Vengono da ogni dove per visitare la basilica a me dedicata. Di cosa stai parlando, piccola mia? Quali regali?»

Cinzia non crede alle sue orecchie: «I regali per i bambini di Trieste!»

«Trieste, Trieste… mi ricorda qualcosa questo nome…»

«Ma certo che ti ricorda qualcosa!», la bimba alza la voce perché comincia a spazientirsi. «Oggi è il 6 dicembre e tu avresti dovuto, come ogni anno, passare in tutte le case di Trieste e lasciare un dono ai bambini buoni come me!»

A quel punto nella conversazione si inserisce una signora col fazzoletto in testa che sta uscendo dalla chiesa di San Nicola: «Cara bambina, non disturbare il santo: è molto affaticato ultimamente, non lo vedi? Vuoi chiedergli una grazia? Dilla pure a me, m’incarico di scrivere tutto nella sua agenda.»

Cinzia è sempre più sbalordita: «Una grazia? No, io voglio chiedergli i regali per me e per tutti i bambini di Trieste!»

«Ma guarda che San Nicola è il protettore di Bari», rivela la signora con fare materno.

«E io le assicuro che se a Trieste non festeggiamo San Nicolò, a noi scolari verrà tagliata la testa!», controbatte Cinzia esausta.

Poi la bambina e la signora si spiegano. Cinzia scopre così che San Nicolò viene festeggiato anche a Bari, in maggio, e che lì lo chiamano San Nicola, e inoltre che la chiesa in cui si trovano in quel momento è la sua basilica. La signora aggiunge anche che negli ultimi mesi il santo non è stato bene, che a tratti dimentica le cose e che ha bisogno di riposo.

Da parte sua, Cinzia mostra alla signora dal suo tablet alcune immagini della fiera e delle iniziative che si tengono a Trieste il 6 dicembre. «Ci sono pure i San Nicolò di cioccolato: guardate!», aggiunge quasi in lacrime.

A quel punto il vecchio santo prende il tablet dalle mani della bimba e osserva quei dolci che hanno le sue sembianze: «Ma certo: a dicembre devo andare a portare i regali ai bambini di Trieste… Ma dove ho la testa?»

Cinzia sospira soddisfatta: è felice perché finalmente il vecchietto si è ricordato della sua festa. Pensa a una possibile soluzione del pasticcio dicendo ad alta voce: «La cosa importante, adesso, è che i bambini di Trieste possano festeggiare San Nicolò entro oggi. Ed è già pomeriggio… non c’è molto tempo… Ma sì, ho trovato come fare!»

Con l’aiuto della signora col fazzoletto in testa, Cinzia si reca a casa di San Nicolò. Lì giacciono, impacchettati e infiocchettati a dovere, tutti i doni per i bambini triestini.

Nel tardo pomeriggio la bambina, il vecchio santo e un enorme sacco di regali viaggiano con un volo low cost da Bari verso Trieste.

«Ma che figura! Cosa dirò per giustificarmi? Sono imperdonabile…», mugola San Nicolò mortificato dal contrattempo.

«Non preoccuparti, lascia fare a me», lo rassicura Cinzia sorridente.

A Trieste regna una confusione indicibile. Tutti i bambini sono accorsi in piazza Unità e stanno protestando a gran voce: ce l’hanno con gli adulti che hanno fatto sparire San Nicolò. Si sentono cori e pernacchie rivolti al sindaco, al vescovo, alle maestre e soprattutto ai genitori.

Quando Cinzia e il santo raggiungono la piazza, la situazione è diventata incandescente.

Ma a quel punto i bambini riconoscono San Nicolò e di colpo si fa silenzio mentre i lampioni della sera si accendono per illuminare quella scena mai vista prima.

Il vecchietto sorride ma non ha il coraggio di parlare. Cinzia invece, che nel corso della giornata ne ha fatte molte di azioni eroiche, si schiarisce la voce e racconta: «Ecco il nostro amato San Nicolò: è qui anche quest’anno! Non è riuscito ad arrivare in tempo stamattina ma il suo appuntamento è confermato, con un po’ di ritardo. Siccome ultimamente è stanco, si è preso una piccola vacanza: anche lui ne ha il diritto. Ma l’importante è che possiamo festeggiarlo tutti insieme come ogni 6 dicembre!»

A quel punto la piazza si riempie di grida di gioia, di fischi e di “urrà”. San Nicolò, molto più sereno e rilassato, inizia a distribuire i doni ai bambini che, in una fila ordinata, vengono a salutarlo. Cinzia invece prende dal suo zainetto un San Nicolò di cioccolato e lo porge alla signora col fazzoletto in testa: era questo che le aveva promesso a Bari in cambio del suo prezioso aiuto.

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