“Sperar, temere, rimembrar, dolersi
Sempre bramar, non appagarsi mai.”
Questi versi di Vittorio Alfieri si adattano alla perfezione ai miei due mestieri, quello di scrittore e quello di insegnante. Probabilmente, a ben vedere, calzano a tutte le professioni. Una lista di verbi che sintetizza difficoltà, illusioni e frustrazioni del creare con le parole e del trasmettere conoscenza.
Dopo quasi un anno di video-lezioni e di didattica a distanza ho finalmente trovato la nuova, giusta definizione per il mio lavoro a scuola e quest’epoca di anglismi mi ha aiutato a formulare il concetto: Ghost Teacher. L’aula è virtuale, gli allievi sono lontani, a volte risponde qualcuno dallo schermo e a volte no, se li vedi sono dei francobolli ma spesso parli a dei tondini. E così cominci a lavorare tanto di fantasia.
L’alunno A starà mangiando i biscotti? L’alunno B vive davvero in quella casa o ha messo uno sfondo finto? Ad ascoltarmi sono solo i ragazzi oppure sto parlando, come alla radio, a una platea sconosciuta e potenzialmente sterminata?
Già lo scrittore è invisibile, lavora nella sua stanzetta e vive attraverso i personaggi che inventa. Ora anche il prof è un’entità impalpabile. E gli allievi diventano, per forza di cose, personaggi. Eccoli: adesso sono essi. Il cerchio si chiude. L’aula e il foglio Word sono entrambi intrappolati nello schermo del computer. E’ tutto qui il mio mondo e i due mestieri si sono fusi insieme.
E io? Sono un fantasma delle parole. Invento ciò che non c’è. Agisco attraverso avatar. Finzione perfetta, narrativa, romanzo. Non mi resta che scrivere.
(La foto qui sotto è di Mauro Dazzara.)

L’ha ripubblicato su Downtobakere ha commentato:
La DaD secondo il nostro Corrado Premuda, sempre in prima linea.
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