Massimo Recalcati dice che a scuola è ridicolo insegnare educazione sessuale, perché di sesso i ragazzi ne sanno più dei prof. Noi docenti dobbiamo piuttosto dedicarci all’educazione sentimentale degli allievi e che questa si pratica, ad esempio, spiegando bene Dante, Svevo, Calvino. Il concetto mi sembra bellissimo, illuminante e lo sento mio.
Naturalmente non so se sto riuscendo a far innamorare essi della letteratura. Non credo, e non per modestia ma soprattutto per l’indirizzo scolastico in cui opero che non punta in prima battuta su poesia, racconti e scrittura. Prendo però come un piccolo segnale positivo i momenti in cui le scelte dei brani che propongo o gli argomenti di conversazione attirano l’attenzione dei ragazzi e li coinvolgono almeno un po’. Può sembrare folle ma occuparsi di materie teoriche come l’Italiano in un istituto professionale, a volte, è come scalare una montagna ghiacciata in pigiama e ciabatte.
L’altro giorno, ad esempio, ho portato un brano di Roald Dahl molto diverso da ciò che essi si aspettavano dall’autore della “Fabbrica di cioccolato”. Si intitola “Genesi e catastrofe”, inizia come un lungo dialogo tra una partoriente e un medico e poi si scopre trattare della nascita di Adolf Hitler in maniera davvero spiazzante. La lettura ha appassionato e aperto un acceso dibattito e per me si è rivelata una lezione ben riuscita.
Col pensiero di Recalcati che brilla sulla mia testa continuo, con essi, anche a commentare le notizie di attualità, a parlare di ciò che succede intorno a noi e in questi giorni il discorso cade sempre sulle proteste e i disordini nel porto di Trieste. Fin troppo facile oggi mostrare video, servizi e filmati con un computer o un tablet. Mi ricordo quanto mi lasciò di sasso la mia non più giovanissima prof di Filosofia e Storia al liceo quando, nel gennaio 1991, si presentò in classe con un piccolo televisore portatile perché era scoppiata la Guerra del Golfo con l’entrata delle truppe statunitensi in Iraq. “Oggi guardiamo il telegiornale, ragazzi: la Storia è qui.” Una persona straordinaria.
Essi sono molto più sgamati di me, non si stupiscono di niente, anzi mi incalzano chiedendomi cosa ne penso io del movimento No Green Pass, degli scontri, delle reazioni politiche. A volte portano la loro testimonianza diretta o mi illustrano, in maniera più o meno chiara, la loro visione. E passano di palo in frasca senza battere ciglio. La lezione di oggi, ad esempio, si è conclusa col seguente dialogo.
– Prof, lei fuma?
– Sono un social smoker.
– Oh, mi dispiace. E come l’è venuto?
– Ma no: significa che fumo in compagnia, solo in certe situazioni di socialità, raramente.
– Ah… Beh, ci sta.
