I giorni di forzata reclusione in casa a causa dell’epidemia potrebbero aver dato il via a nuove forme di creatività. Giochi complessi, esplorazioni intellettuali e ludiche, tentativi di cambiare il mondo cominciando da un angolino della propria camera.
Chissà se i ragazzi hanno saputo sfruttare questa opportunità. Chissà se tutta la tecnologia in cui sono immersi permette trastulli alternativi e più personali.
Io da ragazzino avevo inventato tutta una serie di passatempi strutturati e divertenti che mi impegnavano seriamente per ore e ore. A undici anni scrivevo e realizzavo un giornalino casalingo di cui ero direttore, giornalista, redattore, disegnatore e grafico. Si chiamava CIN CIN e costava 400 lire. Veniva dato a noleggio per la lettura a quella cifra perché ne producevo solo una copia alla volta, cartacea. Poco dopo mi sono buttato nell’avventura di una trasmissione radiofonico-televisiva dal titolo complicato: UNA STORIA OGNI TRE SECOLI. C’era l’intrattenimento, venivano letti dei testi, intervenivano personaggi famosi mediante le telefonate (imitare le voci è sempre stata una mia passione).
Ma anni prima era arrivato già il mio primo libro. Con l’aiuto di mia madre a otto anni avevo scritto LA STORIA DI CORRADO, racconto leggermente autoreferenziale in cui scrivevo di ogni anno della mia vita con l’aiuto di fotografie e disegni.
Chissà cosa avrei fatto in questi due mesi di chiusura a casa se avessi avuto oggi quell’età creativa. Internet e i social network avrebbero divorato le ore infinite chiuso in camera? Mi conforta notare che i giochi complessi di allora, fatti con carta, audiocassette, pennarelli, foto analogiche e tanta fantasia, siano stati il preludio di quello che continuo a fare adesso, una palestra di quelli che sono diventati i miei lavori.
L’ha ripubblicato su Downtobaker.
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