Anni fa ho scritto un romanzo intitolato “Prematurità”. E’ un romanzo che ha una vita strana: è ancora inedito in Italia ma è stato pubblicato in Croazia da un editore di Zagabria tradotto in croato. E su questo potrei scrivere una storia ulteriore.
Al centro della trama c’è un uomo, piuttosto infantile, che di punto in bianco sparisce e la figlia si mette a cercarlo. Lo cerca in un modo insolito: siccome il padre conduceva un programma alla radio, la ragazza ricostruisce la storia del genitore in una sorta di reality radiofonico per attirare la sua attenzione. Tra le varie tematiche c’è anche un compleanno fatidico, quello dei trent’anni, a cui il protagonista si prepara per mesi e dopo il quale nascerà la figlia e la sua vita cambierà.
Ogni capitolo del romanzo porta il nome di una torta e gli ingredienti per prepararla, come riferimento al festeggiamento di cui si parla. Ma, esattamente come il protagonista, anche le informazioni sui dolci sono incomplete: non c’è neanche un accenno alla preparazione di queste torte, solo l’elenco degli ingredienti.
Per l’edizione croata del libro, “Sazrijevanje”, l’artista Andrea Guerzoni ha realizzato i disegni della copertina e di ogni capitolo. Tante torte diverse per tutti i capitoli.
Condivido coi lettori del blog un pezzetto del romanzo e un’illustrazione.
Corrado Premuda
PREMATURITA’
Antibarbarus Editore, 2010 (uscito in traduzione croata, ancora inedito in italiano)
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Le parole di mamma mi arrivano gommose, come se tappassi le orecchie con le mani. Come se Daniela Goggi vestita da majorette, Miss Big Babol d’annata, venisse da me con due palloni di chewing-gum per para-orecchi.
Sento appena, poco e male. Ascolto appena, poco e niente. Sono in apnea, mi immergo in acqua, mi lascio cadere a fondo. Sott’acqua si sente quel che si pensa. E passa la paura. C’è lo zio che nuota dietro alla sua colf slovena. Uno stuolo di ragazze in bikini per cui mio zio perde la testa, annaspa, non sa più da che parte andare. Ci sono la nonna, incredibilmente vispa e atletica, mamma e papà, tutti i parenti. Sguazzano disordinati e festanti, facendo strane smorfie per l’impatto con l’acqua.
Sembra una riunione di famiglia. Stanno tutti intorno a me come alle feste di compleanno da bambino: mamma indaffarata coi vassoi di tartine, papà che fotografa ogni dettaglio inutile, lo zio casinista e insopportabile, la nonna che accarezza il bicchiere di Coca-Cola, i miei cuginetti urlanti intorno ai regali appena aperti. Niente amici, solo parenti.
Ed ecco apparire tra i flutti e le bolle la mia amica inventata, la bambina che ho costruito a sette anni per avere un’invitata nuova: un grembiule della mamma, un palloncino ovale come testa, stelle filanti per capelli, un paio di scarpe da ginnastica. Niente di più facile, davvero. Niente di più bello.
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